Dopo una curva, il lago
 
Villa Milesi

Dopo aver viaggiato tra i monti e le valli bergamasche e bresciane si arriva, improvvisamente dopo una curva, a Lovere.

Il tessuto urbano si è sviluppato in funzione del suo territorio, stretto tra lago e montagna, e si presenta come un grande anfiteatro, disturbato negli ultimi anni dall'insediamento edilizio nella parte alta e sulle due estremità. Ma i quartieri nuovi non fanno né testo né storia.

Il vero spirito di Lovere, città lacustre, è nel suo originario anfiteatro, composto da palazzi costruiti con buon gusto e perfetto senso architettonico, che fanno da secoli degna cornice e splendida corona alla piazza del porto, o piazza 13 Martiri, che è una delle più belle del lago d'Iseo (alcuni la paragonano a quella di Portofino).

Dalla piazza, attraversando il rione delle "beccarie", si sale per il centro storico e si arriva in piazza Vittorio Emanuele, dove l'orologio della vecchia torre civica scandisce il passare del tempo. In questa piazza, racchiusa tutt'intorno da splendidi edifici, confluiscono tutte le vie piccole e strette del borgo medievale.

Si sale ancora e si arriva alla chiesa di S. Giorgio. Eretta alla fine del XIV sec. sulle strutture della medievale torre Söca, fu ampliata e modificata nel tempo, fino al XIX sec. Contiene una grandiosa tela posta sulla controfacciata raffigurante "Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe" del pittore fiammingo Jean de Herdt (1657); la pala dell'altare sinistro dipinta da G. Paolo Cavagna (1556-1627) con l'"Ultima cena", e la pala dell'altare maggiore attribuita a Jacopo Palma il Giovane (1544-1628).

Sul lungolago fa bella mostra di sé il palazzo Tadini. L'edificio, sede dell'Accademia di Belle Arti istituita dal conte Luigi Tadini nel 1828, fu costruito in forme neoclassiche su disegno dell'architetto Salimbeni tra il 1821 e il '26, nel luogo dove il conte nel 1821 aveva fatto costruire una cappella gentilizia per custodire le spoglie del figlio Faustino, morto durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Barboglio, utilizzato dalla famiglia per la villeggiatura. Il cenotafio scolpito che ricorda il figlio, in fondo alla cappella, è di Antonio Canova, che del giovane Faustino era amico. Costruito il palazzo, il Tadini vi fece trasferire da Crema tutte le sue collezioni d'arte e diede vita a una Fondazione comprendente il museo, le scuole di musica "istrumentale e vocale" e la scuola di disegno. In questo modo il conte intendeva mantenere vivo il ricordo del figlio e del casato, ormai prossimo ad estinguersi. La galleria Tadini oggi comprende una pinacoteca ricca di importanti opere di scuola lombarda e veneta del XV e XVI secolo.

Proseguendo per il lungolago - dominato dalle belle facciate di numerose ville e palazzi (tra cui il cinquecentesco palazzo Marinoni e villa Milesi con il suo parco) - appena passata la piazza si risale e ci si trova di fronte all'imponente Basilica di S. Maria in Valvendra, edificata tra il 1473 e il 1483, periodo di particolare floridezza economica per Lovere, nell'alveo di un torrente, il Val Vendra, da cui prese il nome.

La Basilica dà a sua volta il nome al borgo rinascimentale di S. Maria, una silenziosa strada fiancheggiata da case del Quattrocento e Cinquecento che conduce al borgo medievale. La Basilica presenta forme classicheggianti rinascimentali di gusto lombardo, con influenze veneziane. L'interno è a tre navate, suddivise da dodici colonne, con cappelle sul lato sinistro. L'opera di maggior pregio è costituita dalle grandi ante dell'organo, collocate originariamente nel Duomo Vecchio di Brescia, dipinte, all'esterno, dal Ferramola con l'Annunciazione e, all'interno, da Antonio Bonvicino detto "il Moretto", con i ritratti equestri dei Santi Patroni di Brescia. L'abside e il presbiterio sono affrescati in trompe-l'oeil da Ottaviano Viviani. La pala dell'Assunta, ispirata a motivi del Moretto e di Tiziano, è attribuita al veneziano Pietro Marone (1548-1625). Il solenne coro ligneo è cinquecentesco; l'altare maggiore ricco di marmi policromi e sculture è opera della bottega dei Fantoni di Rovetta; la tribuna centrale di Andrea Fantoni è del 1712.

Per chi ama, infine, le passeggiate in montagna, a pochi minuti di cammino c'è il castelliere, un insediamento gallico nei boschi a nord-ovest di Lovere. Contiene resti di bastioni e murature attribuibili a varie epoche, eseguiti a secco usando grossi massi di dolomia ricavati dalle frane del monte.
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